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lunedì 8 luglio 2019

Gabriella Cilmi Nuovo singolo

Correva l'anno 2008 ed una piccola e giovanissima australiana di origini italiane cantava una canzone dall'irresistibile ritornello che  recitava "Nothing Sweet about me ". Quella ragazza si chiamava Gabriella Cilmi, e arrivò in cima alle classifiche dei più importanti paesi con quella canzone e l'album che la conteneva, Lessons to be learned.
Quello stesso anno Gabriella trionfò agli ARIA, i premi discografici australiani, aggiudicandosi ben 5 premi. Due anni più tardi ci riprovava con Ten, un Cd che la mostrava con una nuova veste musicale, passando dal soul tinto di rock e blues del fortunato esordio ad una musica decisamente più pop e dance. Seppure il cd non fosse scadente, di certo deludeva le aspettative di chi pensava di aver trovato l'erede di Janis Joplin, a cui Gabriella si ispirava non troppo lontanamente. I risultati commerciali furono anche peggiori di quelli artistici. Poi la scelta di tagliare i ponti con la casa discografica, cercando una nuova purezza e spontaneità con un album, The Sting autoprodotto e senza i troppi compromessi  precedenti. I risultati artistici furono interessanti ma discontinui, e senza l'appoggio di una casa discografica il lavoro non ebbe il successo che meritava. Dopo un periodo con il gruppo fondato dal fratello ,gli All kings and Queen, ecco che Gabriella ci riprova con un nuovo (per ora) singolo, intitolato Ruins, he torna alle atmosfere di Lessons: soul emotivo e trascinante, sottolineato ed avvalorato da una voce che ha guadagnato con gli anni maturità.
Forse il successo di un tempo è irripetibile, ma questo brano merita davvero (più di) un ascolto.
Garantito.


sabato 23 febbraio 2019

Recensioni: Avril Lavigne Head Above Water


Dopo un lungo periodo di assenza discografica sulle cui ragioni non mi dilungo poiché sono abbondantemente conosciute, Avril ha pubblicato il suo sesto lavoro, forse il lavoro più ambizioso della sua carriera, un lavoro profondamente diverso da quanto la cantautrice canadese aveva proposto fino ad ora, ed in cui il processo di maturazione iniziato da Goodbye lullaby, e parzialmente interrotto dall’incerto Self titled (che era un mix di vecchio e nuovo senza una precisa direzione) raggiunge il suo apice.
Analizziamo il cd quindi track by track

HEAD ABOVE WATER
Il Cd inizia con la title track. Un pezzo già uscito come singolo e caratterizzato da una musica solenne Al piano si uniscono gli altri strumenti dalla chitarra alla batteria ai violini.
Il testo racconta il dramma della malattia che la cantautrice di Toronto ha dovuto affrontare e la sua lotta per uscirne,
“La Mia vita  è la cosa per cui sto lottando” proclama drammaticamente Avril in riferimento alla malattia che l’ha colpitail testo diventa una invocazione nel ritornello, quanto mai struggente,
- Dio tieni la mia testa fuori dall’acqua, perdo il mio fiato quando sono sotto
vieni a salvarmi
Aspetterò sono troppo giovane per addormentarmi.-
Non lasciare che affoghi”

la parte finale diventa più rock, ma tutto il pezzo ha una forza difficilmente risContrabile nella musica attuale. 
BIRDIE
la canzone inizia con delle note di piano, appena accennate. Anche questo è un pezzo drammatico in cui Avril si paragona ad un uccellino rinchiuso in una gabbia, metafora di una relazione chiusa e frustrante, ma forse riferita anche ai suoi problemi di salute
La voce di Avril raggiunge momenti altissime di coinvolgimento, e l’accompagnamento musicale, caratterizzato da una forte batteria, aggiunge ulteriore forza. Un brano molto bello anche questo che cresce con gli ascolti 
I FELL IN LOVE WITH THE DEVIL
Dopo un inizio così forte si potrebbe pensare a qualcosa di più leggero, ed invece no, perché la terza traccia è uno dei pezzi più complessi musicalmente che sia stata partorito dalla mente di Avril. il brano viene introdotto da un solenne strumentale di violini prima dell’inizio del brano vero e proprio . Ancora un volta la voce di Avril la fa da padrona, su un accompagnamento musicale, tanto (apparentemente) scarno quanto efficace
Mi sono innamorata del diavolo e ora son  nei guai, mi sono innamorata del diavolo sono sotto il suo incantesimo” ovviamente non si riferisce al diavolo ma anche in questo caso ad una relazione sentimentale non felice
Il pezzo procede sempre più drammatico, anche qui un pezzo che fa sentire i brividi lungo la schiena, un arrangiamento incredibile, che crea atmosfera al tempo cupe e sognanti 
TELL ME IT’S OVER
 Finalmente un attimo di tregua sul piano emotivo, ma anche con questo brano Avril ci sorprende con un pezzo soul anni 50 che sembra uscito dalla discografia di Ella Fitzgerald. un brano estratto com secondo singolo e passato ingiustamente inosservato, poiché se certo non c’è l’innovazione dei brani precedenti, non si può no riconoscere la grande gradevolezza del brano in questione. Ed anche Qui voce e arrangiamento sono a livelli altissimi 
DUMB BLONDE
Questo è l’unico brano che si può definire, più o meno, un brano alla Avril Lavigne.
In realtà anche qui ci sono molte novità rispetto a brani come Girlfriend o la “famigerata” Hello Kitty, Il brano inizia con una rappata su una specie di marcetta militare, la strofa ricorda un po’ Walk like an egiptian delle Bangles, per poi diventare vagamente rock, e poi riesplodere in un potente ritornello a metà fra il rap ed il rock. Il testo prende in giro gli stereotipi maschilisti sulle bionde sceme di cui Avril è stata vittima e si riferisce in particolare a qualche fidanzato o forse discografico che l’ha sottovalutata. Qualcuno ha detto che la canzone usa gli stereotipi che contesta, ma è proprio questa la sua forza! mai sentito parlare di “effetto spiazzamento” Ironia etc etc? Il pezzo è divertente ma certo non è a livello del resto dell’album diciamo che è una allegra scampagnata dopo una settimana di dura lotta. Ci sta bene insomma 
IT WAS IN ME
  Questa canzone è indubbiamente uno dei vertici espressivi dell’album, un pezzo che si ricollega alla famosa I’m With you del primo album Let go, e ne è quasi un completamento. Se all’epoca Avril era una giovanissima ragazza che cercava  qualcuno che la sostenesse e  non la facesse sentire sola e sperduta ora Avril è una donna adulta che ha trovato dentro di sé la forza per resistere
“Ora lascia che mi senta ubriaca anche se sono sobria. lascia che mi senta giovane anche se sono più vecchia, lascia che mi senta orgogliosa anche se è finita, Alla fine ho capito che per tutto questo tempo era dentro di me, del tutto dentro di me” Anche la musica ricorda vagamente i tempi del primo album, ma con arrangiamenti ancora una volta maestosi. E ancora una volta la voce di Avril è semplicemente meravigliosa
SOUVENIR
Anche questo è un pezzo che ricorda un poco la Avril degli esordi, ma forse ha più somiglianze con un’altra eccellenza musicale canadese, ovvero Alanis Morrissette, da sempre riferimento per Avril. Potrebbe anche ricordare alcuni pezzi del precedente Self TItled, ma è molto più convincente di questi
 CRUSH
E di nuovo con questo pezzo abbiamo una Avril  in versione Soul con risultati addirittura superiori alla pur ottima Tell me it’s over. pezzo perfetto nulla da aggiungere
GODDESS
La chitarra  acustica è la protagonista di questa canzone, dai toni lievi, dove, dopo tanti acuti, Avril torna su tonalità più basse, per poi risvegliarsi nel ritornello. Un brano carino e rilassante dopo tante emozioni ci sta.
BIGGER WOW
Anche questa è una canzone rilassante, probabilmente il brano più pop del disco, orecchiabile, facile ma di certo non semplicistica, poiché voce e arrangiamento sono ancora  a livelli di eccellenza, il testo è dedicato ad una relazione questa volta felice.
LOVE ME INSANE
Questo brano è di nuovo ispirato ad atmosfere tra il soul ed il jazz, caratterizzato da un contrabbasso (cosa insolita per l’attuale mondo pop ) a cui si aggiunge l’orchestrazione. Il groove della canzone cresce man mano creando ancora una volta delle atmosfere magiche. Ancora una volta Avril fa centro anche con questo pezzo.
WARRIOR
Qui, dopo qualche brano più rilassato, le atmosfere tornano a farsi drammatiche.
Warrior è, difatti, un’altra canzone di forza, di sentimento, dove la voglia di riscatto dalle sofferenze della malattia, ma in generale dalle difficoltà della vita costruiscono un pezzo epico, dalla grande forza emotiva.
“ come un vichingo combatterò attraverso il giorno e la notte- marcerò nell’oscurità fino a che arriverà la luce del giorno”
“perché sono una guerriera, combatto per la mia vita, come un soldato per tutta la notte, e non cederò, sopravviverò”.

Una ballata possente, ben sostenuta dalla batteria, che conclude in modo degno un grande disco, che ci fa ritrovare una delle voci più importanti del pop degli ultimi venti anni. E anche se la parola è inflazionata, si può in questo caso usarla senza troppi problemi per definire questo album.
Capolavoro.
10/10

giovedì 9 giugno 2016

Recensioni: Joe Jackson - Fast forward

Quest'uomo è come il vino buono, invecchiando migliora..
Questo è quello che mi viene in mente a proposito dell'inossidabile Joe Jackson, dopo aver ascoltato il suo ultimo disco, da me colpevolmente comprato diversi mesi dopo l'uscita. L'ascolto mi ha comunque ricompensato del ritardo. Il disco è registrato in 4 città diverse, e propone la bellezza di 16 pezzi, che sono un po' il riassunto di tutto quello che ha fatto Joe in quasi 40 anni di carriera, si spazia quindi dal punk-new wave di See no evil (cover dei Television) al rock al jazz, all'easy listenining, al pop raffinato (a Little Smile). In alcuni momenti il disco ricorda molto Night and Day, ma rispetto a quello risulta più completo e complesso.
I pezzi migliori, a mio avviso sono Fast Forward, See No evil, A little Smile, Far Away, If I could see your face, So you say, Junkie Diva, ma ce ne sono talmente tanti che ognuno può trovare sfumature in questo o quello di assoluto interesse. Anche i testi sono molto belli, intelligenti e ironici ma anche drammatici e dedicati a temi d'attualità, come If I could See your face, che affronta in modo non ipocrita il problema del confronto fra culture diverse,  Fast Forward, il pezzo di apertura, è in ogni caso quello che dà il senso al disco intero, un ritratto ferocemente ironico ma non disperato dei tempi in cui viviamo, "se è il migliore dei tempi od il peggiore, c'è qualche differenza di opinione là fuori..." ed il consiglio di Joe sembra quello di usare il tasto del fast forward, insomma di passare in modo rapido ad un altro tempo.
Alla fine basta solo un piccolo sorriso, per andare avanti, " Con solo un piccolo sorriso, rimetteremo tutto a posto....un piccolo sorriso è meglio di un vaso d'oro, non puoi chiedere niente di meglio,,,"
Insomma veramente un bel disco per cui, una volta tanto, si può scomodare l'abusato termine "capolavoro" e che forse è addirittura il miglior disco di Joe.
Imperdibile....

martedì 7 giugno 2016

Recensioni: Rihanna- Anti

Confesso che non sono mai stato un grande fan di Rihanna. Ho sempre pensato che fosse più bella che brava, anche se qualche pezzo mi piaceva. Poi ho iniziato a cambiare opinione con Apologetic, che, seppur discontinuo, offriva qualcosa di diverso, con alcune punte di assoluto spessore (diamonds, Stay). Questo Anti mi ha quindi sorpreso in modo decisamente favorevole, anche se alcune cose le trovo inutili e non riuscite.
Trovo belle le prime canzoni, questo alternarsi fra atmosfere reggae/dub che ricordano quasi il rock steady anni 60, che lei sa interpretare molto bene, e pezzi quasi soul. la parte centrale del disco cede però visibilmente, pezzi come Woo e needed  me sono decisamente ripetitivi ed inutili. Per fortuna da Some Old Mistakes in poi il disco risale decisamente, fino ad arrivare a quella perla assoluta che è Love on the brain, in cui Rihanna dimostra di essere una cantante coi fiocchi, interpretando in modo perfetto un brano difficile e sentito. Insomma, un disco non perfetto, ma veramente un notevole passo in avanti.
Brava Rihanna!
Voto 8


sabato 17 ottobre 2015

Melanie Fiona - I Tried


Melanie Fiona è una cantante canadese di soul/Rb di cui ho già parlato in passato. Era da un po' che non si sentiva, ed oggi è tornata con ben due brani, anticipo di un imminente Cd. Entrambe le track sono interessanti ed affascinanti, ma questa di più: Un apologo sulla violenza contro le donne, con un sound che trasuda soul da tutti i pori. Musica dell'anima che nutre l'anima.
 Eccellente.

giovedì 26 dicembre 2013

Recensioni. Gabriella Cilmi The Sting


Gabriella Cilmi – The Sting
Finalmente è uscito il terzo disco di Gabriella Cilmi, che a soli 16 anni aveva stupito il mondo con il singolo Sweet about me ed un conseguente straordinario disco di debutto Lessons to be learned.
A questo era seguito l’abbastanza deludente “Ten”, disco orientato verso la dance e l’electro-pop, non del tutto disprezzabile, ma certo lontano dalle vere passioni musicali e dalle ispirazioni di Gabriella.Liberatasi dal contratto con la Universal, Gabriella ha fatto la scelta coraggiosa di autogestirisi immagine e musica, ed ha realizzato questo ambizioso disco.
Disco che, devo dire, non  trovo completamente riuscito. Se da un lato è apprezzabile la coerenza ed il coraggio della giovane italo-australiana, e la cura complessiva nella realizzazione del disco, dall’altro non si può notare come The Sting soffra di alcune debolezze. Nei suoi momenti migliori (Simmetry. Left with someone else)il ritmo è pulsante e trascinante e sembra di essere tornati ai tempi di Lessons o delle cose migliori di Ten; oppure la musica crea un’atmosfera affascinante in cui il cantato di Gabriella emerge in modo significativo (Sweeter in History, Don’t look back). Alle volte, però, soprattutto nella iniziale Highway e nella parte finale del disco, Gabriella si fa prendere un po’ la mano dal manierismo, sia musicale che canoro, il ritmo rallenta, la musica scema riducendosi ad un puro tappeto percussivo( Not Sorry) le canzoni diventano involute e, diciamolo, un po’ noiose, ed il modo di cantare della bella australiana, basato su toni esageratamente bassi e sussurrati,quasi una specie di sospiro, diventa lezioso fino alla noia.
Questo non compromette il giudizio complessivamente positivo sul disco, però mi auguro che in futuro Gabriella torni a sfoggiare la sua distinta e bella voce senza intellettualismi o manierismi di sorta.





martedì 23 luglio 2013

Il ritorno di Gabriella Cilmi


Gabriella Cilmi, classe 1991, australiana di orgini decisamente italiane, stupì il mondo nel 2008 con un esordio di quelli indimenticabili. Lessons to be learned è infatti uno di quei dischi che non possono lasciare indifferenti, non solo per la giovanissima età dell'autrice, ma anche per il talento e la passione che lo caratterizzavano. Un mix di soul, pop, rock, blues con sfumature jazz e new wave, ed una bella e promettente voce a contornare il tutto.Il disco ebbe un discreto successo, soprattutto con il singolo Sweet about me, e venne anche ben accolto dalla critica. Poi, nel 2010, Gabriella tornò con Ten, un disco altrettanto sorprendente, ma in senso più negativo che positivo. In effetti il sottoscritto, come molti altri, rimase stupito dal vedere una dichiarata ammiratrice dei Led Zeppelin e della musica rock dichiarare di amare Gloria Gaynor e Donna Summer e cercare di emularne le gesta musicali. Sebbene il disco fosse abbastanza valido nel suo genere, risultò indigesto a gran parte dei suoi ammiratori, e fallì anche sul piano commerciale, che era poi il verso senso dell'operazione.
Ora, 3 anni dopo, mollata la vecchia casa discografica, evidentemente non immune da colpe, Gabriella ritorna con un nuovo look ed una nuova ed interessante proposta musicale.
Capelli corti, look da Nouvelle Vague francese, e musica adeguatamente sofisticata e "soul" seppure in modo molto moderno. Il primo assaggio è stato Sweeter in History, ed ora, ad anticipare di un paio di mesi l'uscita del Cd, ecco il nuovo singolo e video, chiamato The Sting.



giovedì 22 gennaio 2009

Alicia Keys e Shakira cantano per Obama

Del concerto del 18 gennaio scorso per l'insediamento per Obama sì è già parlato molto, e anche qui.
Oltre a quel concerto c'erano altre iniziative collaterali, la più importante tra queste era la serata di Gala denominata Neighborhood Inaugural Ball, alla quale hanno presenziato ovviamente Barack Obama e First Lady, e a cui hanno partecipato molti cantanti e artisti, da Beyoncè a Sting,passando per Mariah Carey, Stevie Wonder, Faith Hill, fino a Shakira ed Alicia Keys.
Confesso un debole per le ultime due, sopratutto la colombiana, e penso pure che più di altri meritassero di stare su quel palco visto il loro impegno sociale non nato di certo solo per l'occasione.
Ed eccole quindi nelle loro esibizioni live in questa serata speciale:
partiamo da Alicia con la nota No one

Ed ecco Shakira con un classico di Van Morrison.
Un irlandese cantato da una latina: adesso posso morire felice!

martedì 17 giugno 2008

Aretha Franklin: Say a Little Prayer


Uno dei più grandi nomi della musica soul è quello di Aretha Franklin, secondo chi scrive la migliore cantante nel genere pop di tutti i tempi.
Per averne una piccola dimostrazione eccola qui in I say a litte prayer già portata al successo da Dionne Warwick qualche anno prima.
E sentendola capirete perché il sottoscritto, quando sente paragonare una di queste ragazzine inglesi alla grande Aretha, non riesca a trattenere le risate....