venerdì 27 novembre 2020

Recensioni: Album no 8 di Katie Melua

 Katie Melua è una delle cantanti più brave e sottovalutate degli ultimi 20-30 anni. Dal 2004 ad oggi ha sfornato la bellezza di 7 album, sempre muovendosi con grazia ed infinito stile fra vellutate atmosfere jazz sprazzi di blues, escursioni nel folk (particolarmente nel cd In Winter) e rari esperimenti pop o rock, senza mai praticamente deludere, persino i suoi dischi più deboli (per quanto mi riguarda House. Questo album, semplicemente titolato Album no 8,  è un ulteriore passo in avanti. Ormai emancipatasi dalle ali del pigmalione Mike Batt, Katie sembra essersi indirizzato verso un suono acustico, magari supportato da un accompagnamento orchestrale raffinato e mai banale, lasciando da parte atmosfere jazz e blues. A mio modo di vedere questa è una mossa vincente, non ho mai trovato la sua voce, peraltro tecnicamente perfetta, particolarmente adatta a quello stile, mentre nelle ballate acustiche o melodiche, la sua voce dolce e suadente è la vera ciliegina sulla appetitosa torta musicale. Torta musicale composta da 10 canzoni quasi tutte di notevole bellezza, tra cui si segnalano English Manner, Airtime, Joy, you longing is gome, e che tocca il vertice nella meravigliosa Headin Home,  canzone sulla necessità del tornare a casa e ritrovare i propri affetti. Un disco suadente il cui ascolto è ideale per riprendervi dopo una dura giornata lasciandovi cullare dalle note e dalla voce di Katy. Magari manca qualcosa per farne un capolavoro, ma in fondo non è poi così importante.

Voto : 9