martedì 28 giugno 2016

La violenza contro la musica : il caso di Christina Grimmie


Qualche giorno fa si è consumata l'ennesima brutale tragedia causata dalla vendita faciel delle armi in USA: un presunto "fan ha ammazzato una giovanissima cantante, Christina Grimmie, una delle partecipanti al popolare show "the Voice".
Voglio essere chiaro , di questo omicidio non è responsabile solo l'esecutore materiale, ma tutto il sistema giudiziario e politico degli USA, un paese che pretende di insegnare agli altri la democrazia ma dovrebbe, molto probabilmente, impararla dagli altri.
Un omicidio che colpisce ancora una volta, dopo i fatti di Parigi del novembre 2015, la musica, i suoi fan, ed i suoi protagonisti.
L'odio e la violenza sono contro la musica perché la musica è un messaggio di unione e pace che travalica i paesi, i continenti, le classi sociali, le divisioni di genere. Per questo i fanatici di tutti i tipi (ripeto di tutti i tipi) la odiano.
Ricordiamo Christina e  il suo sogno spezzato con la sua voce, il suo talento, la sua govinezza.

giovedì 9 giugno 2016

Recensioni: Joe Jackson - Fast forward

Quest'uomo è come il vino buono, invecchiando migliora..
Questo è quello che mi viene in mente a proposito dell'inossidabile Joe Jackson, dopo aver ascoltato il suo ultimo disco, da me colpevolmente comprato diversi mesi dopo l'uscita. L'ascolto mi ha comunque ricompensato del ritardo. Il disco è registrato in 4 città diverse, e propone la bellezza di 16 pezzi, che sono un po' il riassunto di tutto quello che ha fatto Joe in quasi 40 anni di carriera, si spazia quindi dal punk-new wave di See no evil (cover dei Television) al rock al jazz, all'easy listenining, al pop raffinato (a Little Smile). In alcuni momenti il disco ricorda molto Night and Day, ma rispetto a quello risulta più completo e complesso.
I pezzi migliori, a mio avviso sono Fast Forward, See No evil, A little Smile, Far Away, If I could see your face, So you say, Junkie Diva, ma ce ne sono talmente tanti che ognuno può trovare sfumature in questo o quello di assoluto interesse. Anche i testi sono molto belli, intelligenti e ironici ma anche drammatici e dedicati a temi d'attualità, come If I could See your face, che affronta in modo non ipocrita il problema del confronto fra culture diverse,  Fast Forward, il pezzo di apertura, è in ogni caso quello che dà il senso al disco intero, un ritratto ferocemente ironico ma non disperato dei tempi in cui viviamo, "se è il migliore dei tempi od il peggiore, c'è qualche differenza di opinione là fuori..." ed il consiglio di Joe sembra quello di usare il tasto del fast forward, insomma di passare in modo rapido ad un altro tempo.
Alla fine basta solo un piccolo sorriso, per andare avanti, " Con solo un piccolo sorriso, rimetteremo tutto a posto....un piccolo sorriso è meglio di un vaso d'oro, non puoi chiedere niente di meglio,,,"
Insomma veramente un bel disco per cui, una volta tanto, si può scomodare l'abusato termine "capolavoro" e che forse è addirittura il miglior disco di Joe.
Imperdibile....

martedì 7 giugno 2016

Recensioni: Rihanna- Anti

Confesso che non sono mai stato un grande fan di Rihanna. Ho sempre pensato che fosse più bella che brava, anche se qualche pezzo mi piaceva. Poi ho iniziato a cambiare opinione con Apologetic, che, seppur discontinuo, offriva qualcosa di diverso, con alcune punte di assoluto spessore (diamonds, Stay). Questo Anti mi ha quindi sorpreso in modo decisamente favorevole, anche se alcune cose le trovo inutili e non riuscite.
Trovo belle le prime canzoni, questo alternarsi fra atmosfere reggae/dub che ricordano quasi il rock steady anni 60, che lei sa interpretare molto bene, e pezzi quasi soul. la parte centrale del disco cede però visibilmente, pezzi come Woo e needed  me sono decisamente ripetitivi ed inutili. Per fortuna da Some Old Mistakes in poi il disco risale decisamente, fino ad arrivare a quella perla assoluta che è Love on the brain, in cui Rihanna dimostra di essere una cantante coi fiocchi, interpretando in modo perfetto un brano difficile e sentito. Insomma, un disco non perfetto, ma veramente un notevole passo in avanti.
Brava Rihanna!
Voto 8


venerdì 3 giugno 2016

Recensioni: Tonight Alive - Limitless

Ho sempre apprezzato il sound dei Tonight Alive, energetico ma tutt'altro che grossolano. I singoli estratti e  le anticipazioni fatte uscire prima della pubblicazione  del cd facevano presagire un cambio di rotta verso una musica decisamente più "pop" e "commerciale".
Per questa ragione mi ero avvicinato a questo disco con un certo timore. 
E' successo spesso che, gruppi che erano partiti con il piede giusto, dopo i primi dischi si siano arenati sul piano creativo, spesso facendo scelte dettate in maggior misura da esigenze di carattere economico che non artistico. Fa parte del gioco ed è ipocrita scandalizzarsi, quanto è inutile negarlo.
Temevo quindi che, anche per i Tonight Alive fosse arrivato il momento di pagare dazio al Mercato, idolo a cui tutti devono, presto o tardi, inginocchiarsi
Invece l'ascolto per intero del disco mi ha rassicurato: la prima parte del disco è infatti più pop, ma si ascolta con piacere. To be free è un potente inno electro.rock, Human INteraction sale mano mano facendosi interessante, Drive è un pezzo di puro pop, intrattenente ed orecchiabile. Dopo How does it Feel, pezzo di rara potenza ma anche tecnicamente molto valido, si ritorna in atmosfere più consone a quelle dei dischi precedenti, in particolare a The Other Side, le atmosfere si fanno più rock, sebben ci sia spazio ancora per pezzi più calmi, Così se I Defy e Everywhere sono in puro stile Tonight Alivve, Waves e Power of one sono più calme, e l' acustico di We are è il giusto coronamento del percorso.
I testi sono molto spirituali, forse un po' troppo per i meiei gusti, e tendo anche qui a preferire la rabbia genuina che traspare da pezzi come How does it feel, ma questa è un'opinione molto personale
In definitiva è un disco valido, più vario degli altri due, e pur non essendo a mio modo di vedere bello come The Other Side, ne rappresenta il completamento necessario. resta da capire quale la direzione che i 5 ragazzi australiani vorranno intraprendere nel futuro. Ma per il momento possiamo goderci questo Cd
Voto 8,5
 

giovedì 2 giugno 2016

The Runaways

The Runaways sono state uno dei primi gruppi rock all girls. Formate nel 1975 dal manager Kim Fowley radunando alcune volenterose ed inesperte aspiranti musiciste con l'ambizione di essere la risposta femminile al nascente astro dei Ramones, ebbero una vita breve e travagliata, tuttavia lasciarono un seme profondo, aprendo la strada ad altri gruppi femminili, e permettendo a due di loro, Joan Jett e Lita Ford, di arrivare al successo in successive carriere soliste.
Il gruppo  fu messo assieme sostanzialmente da Fowley, che più tardi fu accusato da alcune delle componenti di molestie sessuale, radunando varie aspiranti musiciste e selezionandole.
La formazione che incise i primi due dischi era formata da Cherie Curry alla voce, Joan Jett alla chitarra rimtica, Lita Ford alla chitarra solista, Sandie West alla batteria e jackie Fox (in realtà Fuchs) al basso.
Il grupp incise due album The runaways, nel 1976 e e Queens of Noise l'anno seguente,  entrambi con scarso successo in patria (#194 e #172 tra gli album in Usa, meglio in Svezia dove entrarono nella top40) tuttavia ebbero successo in Giappone, dove Cherry Bombs arrivò addirittura all numero 1, ma dopo una trionfale e folle tourneé nel paese del sol levante, la band incominciò ad andare in crisi, con l'uscita di Cherie Curry, dovuta al ruolo sempre più invadente di Fowley (accusato di recente di stupro nei confronti della bassista Jackie Fox) ma forse anche per gelosie e rivalità all'interno del gruppo. Nel 1977 la band fece uscire un terzo disco,  Waiting for tonight questa volta con Joan Jett alla voce, ma questo andò anche peggio dei precedenti. La band cambiò management e casa discografica, ma ormai vi erano dissidi interni evidenti, in particolare fra le due chitarriste e leader, Joan Jett e Lita Ford, la prima indirizzata verso una musica punk-pop, e la'ltra verso orizzonti più metal/hard rock. In particolare Joan Jett propose un vecchio pezzo degli anni 70, "I Love rock'n roll" ma fu rifiutato dalle compagne. PIù tardi, nel 1982, proprio I love Rock'n roll portò Joan Jett in testa alle classifiche americane ed inglesi.
La storia della band all girl è raccontata nel film The Runaways, uscito qualche anno fa,con Kirsten Stewart nella parte di Joan Jett ed Dakota Fanning in quella di Cherie Curry, a dimostrazione della grande influenza che questa band, sottovalutata quando era attiva, ha poi avuto in seguito.
Ricordiamo che diverse cantanti hanno omaggiato le runaways e Joan Jett, in particolare Avril Lavigne, che ha inciso ed alle volte suonato live Bad reputation, Miley Cyrus e persino Britney Spears, che ha prodotto una discutibile versione di I Love rock'n roll, oltre ovviamente a molte band e musicisti più specificatamente rock.