mercoledì 3 febbraio 2021

Blast from the Past : spirit of 76' By The Alarm

Oggi parliamo di  The Alarm, uno dei gruppi più sottovalutati della scena rock degli anni 80, che vengono ritenuti mitici per le ragioni sbagliate (principalmente di tipo nostalgico) e non per quei gruppi che, soprattutto nella prima parte, quando l'ondata di rinnovamento originato dal Punk e dai suoi innumerevoli derivati non si era ancora spenta del tutto ma alimentava il fuoco della creatività artistica. 

Ecco  che in quel marasma creativo all'inizio dei faboulous eighties spunta in quella arida e dura regione chiamata Galles un quartetto di ragazzotti, decisamente spettinati, che mischiano con sapienza e potenza la energia brutale dei Clash, il lirismo di Springsteen,  la forza degli WHO, non dimentichi della lezione del Maestro Bob Dylan, proponendo un decisamente innovativo mix di punk, folk e rock. Nonostante  i critici non li abbiano mai presi troppo sul serio, forse per la troppa lacca nei capelli e per la sofisticata ricerca del look, e li abbiano accusati indegnamente di essere solo dei "riscaldatori di minestre" (bestemmia da punire con il taglio delle mani!) in realtà Gli Alarm hanno saputo proporre una musica fresca ed energetica, che soprattuto dal vivo raggiungeva vette non facilmente raggiungibili dai comuni mortali. Forse l'unico difetto di questa band è stata di non riuscire a raccogliere nei dischi di studio tutta questa potente eneriga e freschezza, ma ciò non toglie che i loro dischi, soprattutto i primi due, e a mio avviso anche l'ultimo, sono decisamente dischi dignitosissimi, e diciamo pure imperdibili per chiunque sia un degno seguace del rock'n'roll.

 
 
Spirit of 76, tratto dal loro secondo album,  Strenght,  uscito nel 1985, è una lunga ballata quasi springsteeniana, dove si ricordano i vecchi tempi, la storia di un gruppo di amici, la caduta delle illusioni, come il tempo abbia scavato un solco fra tutti loro portando amarezza e dolore, al posto della "terra promessa" della felicità.
Tuttavia in questa disperazioneil cantante Mike Peters, trova un raggio di luce: "Peter i cui sogni si sono realizzati" ma "per uno che riesce sono molti a cadere" però vale la pena "lottare con tutte le forze, costruirsi un futuro con le proprie mani!" 
Una canzone nostalgica e sulla disillusione, ma anche sulla forza di resistere, di andare avanti, di proseguire il cammino, costi quel che costi. 
Una di quelle canzoni che parlano al cuore ed alla mente, e che, ancora dopo così tanti anni, mi commuove ed emoziona.