martedì 30 maggio 2017

El Dorado di Shakira. Recensione

El Dorado è l'undicesimo album di studio della cantautrice colombiana, che con più di 100 milioni di followers su Facebook e 3 esibizioni prima della finali dei mondiali di calcio può essere considerata la Popstar più globale degli ultimi 20 anni, con buona pace di Madonna.
El Dorado è un luogo leggendario in cui sarebbero nascoste quantità immense di oro e gioielli preziosi. Per cercare questo luogo furono addirittura organizzate delle spedizioni nel corso del XVI secolo, spesso guidate da avventurieri senza scrupolo.
Shakira ha chiamato questo album come il leggendario tesoro, dedicandolo al suo compagno ed ai suoi flgli, ringraziandoli di avergli fatto trovare questo tesoro, che ovviamente per Shakira più che rappresentare la richezza materiale (che ha raggiunto da tempo) rappresenta la ricchezza e la pace interiore.
Il cuore del Cd a mio avviso è rintracciabile  nelle quattro canzoni scritte insieme a Ochoa, il produttore e songwriter che ha accompagnato Shakira fin dai tempi di capolavori come Pies Descalzos e Donde Estàn los ladrones.  Nada è una stupenda ballata, forse tra le migliori in assoluto scritte da Shakira, poesia allo stato puro, ma non sono da meno Amarillo, con i suoi toni rilassati in cui i colori dell'arcobaleno rappresentano uno stato d'animo diverso, Coconut tree, questa volta in inglese, che ricorda alcune delle cose di Oral Fixation, e la conclusiva Toneladas, che rischia di passare inosservata, anche perché richiede un ascolto attento, dove la voce di Shakira è praticamente lo strumento principale, mentre timide note di tastiera servono a puro scopo di accompagnamento.
Se queste sono cuore e cervello dell'album le gambe, sono rappresentate dalle già note Chantaje, la Bicicleta, Deja vu, tutte canzoni che fanno muovere gambe e fianchi. Chantaje ha uno stile reggaeton un poì pesante, ma non si può negare che il duetto con Maluma sia alla dinamite, come dimostra il miliardo di visualizzazioni raggiunte dal video. La Bicicleta è un brano divertentissimo ed anche qui l'alchimia con il simpatico Carlos Vives è riuscitissima. Deja Vu  con Prince Royce,è una bachata dai toni nostalgici ed anche questo duetto appare eccellente. Per chiudere la quaterna dei duetti ecco Pierro Fiel con Nicky Jam, gradevole ma inferiore ai precedenti. Il singolo Me enamore, è una romantica canzoncina dedicata al suo uomo. Ammetto di aver storto il naso quando è uscita, ma dopo qualche ascolto non si può non  trovarla divertente e rinfrescante come una limonata, anzi un mojito.
Di duetti se ne trovano veramente tanti, forse troppi, ed ecco quindi Trap, ancora con Maluma, dalle atmosfere molto rilassate, che onestamente sfiora la noia, ma che si riscatta con un interessante uso della chitarra elettrica sulle ultime note. Forse un maggior uso di questa avrebbe reso più interessante il pezzo. Un altro duetto riuscito è What we said, con i Magic, con atmosfere orientate maggiormenta verso il reggae, e con un ottimo ritornello.
Tutto bene quindi? Non proprio: What we said infatti è presente anche come Comme Moi, altro duetto questa volta con il cantante rap francese Black M, la cui voce è veramente molto sgradevole e sinceramente non si capisce l'utilità di questa doppia versione. Altrettanto inutile e fastidiosa risulta essere When a Woman, in cui Shakira si è affidata ad uno stuolo di collaboratori esterni, con risultati decisamente mediocri, dal momento che la canzone non riesce né a divertire né ad emozionare, risultando un pastiche di stili diversi senza essere né carne né pesce.
In conclusione possiamo dire che il disco ha i pregi e difetti dell'ultimo omonimo album, vi è un numero eccessivo e non sempre giustificato di duetti e collaborazioni, un certa ritrosia di Shakira a scrivere le proprie canzoni come invece faceva ai bei tempi, e la cosa spiace dal momento che alla fine le canzoni scritte da lei e Ochoa risultano veramente di altra categoria, ma forse la famiglia toglie tanto tempo e distrae Shakira da questo aspetto della sua professione, riducendola ad un ruolo più da cantante che da autrice. Sull'altro lato il disco è complessivamente più riuscito del precedente, maggiormente compatto, sostanzialmente gradevole, a parte quel paio di cadute di tono già elencate, probabilmente può anche guadagnare con il tempo e tra le ultime 4 uscite lo possiamo collocare appena dietro a Sale el Sol come qualità complessiva.
Sul booklet viene riportata una citazione di Pablo Neruda che dà il senso a tutto l'album
Non si sorprenda nessuno perché voglio consegnare agli uomini i doni della terra, perché imparai lottando che è il mio dovere terrestre propagare l'allegria, e compio il mio destino col mio canto.
Ecco,  questo album va preso come un tentativo di portare allegria in un mondo pieno di lotte e a volte crudeltà, questo è il senso, il portare la propria felicità a tutti gli altri. E da questo punto di vista credo che lo scopo sia raggiunto
voto 8

lunedì 22 maggio 2017

E' uscito il mio libro: Shakira la Rockera dai piedi scalzi


Ho il piacere di comunicare la conclusione felice di un progetto a cui ho lavorato per quasi due anni, nei ritagli di tempo, con molte incertezze e con molti cambiamenti al progetto originale, ma credo di aver raggiunto un discreto risultato finale.
Risultato finale che, chi è interessato, potrà verificare di persona.
Vediamo di cosa si tratta:
Shakira - La rockera dai piedi scalzi è un ebook in vendita presso i negozi Amazon.
Il libro racconta la vita e la carriera di una delle star più amate e seguite: chi segue questo blog avrà avuto modo di vedere il mio interesse verso questa cantautrice (sottolineo cantautrice)
Con oltre 80 milioni di dischi venduti, Hit che hanno segnato la musica moderna (chi non ricorda canzoni  comeWhenever Wherever, Hips don't Lie o Waka Waka? ) centinaia di concerti, più di 400 premi vinti e oltre 100 milioni di followers su Facebook,  Shakira è forse la Popstar più globale e più amata degli ultimi 20 anni. Il libro ne ripercorre in modo agile la vita e la carriera, le origini sociali e culturali, le difficoltà iniziali, i primi successi, la vita sentimentale, i concerti, e analizza la musica ed il significato dei testi.
Viene anche dato ampio spazio alle molte iniziative filantropiche che Shakira ha intrapreso nel corso della sua carriera, dalla creazione della Fondazione Pies Descalzos fino all'impegno nell'UNICEF e a favore dei profughi e dei migranti.
Il sottotitolo del libro "la rockera dai piedi scalzi" vuole indicare come Shakira non sia una semplice popstar ma sottolinea l'amore di Shakira verso il rock, il suo impegno sociale, e la modestia che ne ha sempre caratterizzato l'azione, oltre alla abitudine di esibirsi sul palco a piedi scalzi.

Il libro può essere acquistato presso Amazon a questo indirizzo
A breve alla versione eBook verrà affiancata una versione cartacea.

recensione di After Laughter di Paramore


After Laughter è il quinto album ufficiale dei Paramore. Il precedente self intitled album, aveva segnato un cambiamento non solo nella line up del gruppo, ma anche nella musica, diventata più pop ma anche più varia ed aperta, e a mio modo di vedere anche mostrava una notevole maturazione del gruppo, che passava da un ambito adolescenziale ad uno più maturo. Questo disco segnala una mutazione ancora più netta nella musica dei Paramore. È necessaria a questo punto una lunga premessa: arrivati al terzo/quarto disco il gruppo o solista che sia si trovano di fronte ad un dilemma: continuare ad andare avanti come niente fosse, rischiando di ripetersi ed annoiare e diventare delle parodie di se stessi, oppure cambiare, poco o tanto, aprendosi ad un pubblico più variegato e mettendosi in gioco, crescendo e maturando, ma rischiando anche accuse (non sempre peregrine) di essersi svenduti, o di aver perso di vista le proprie caratteristiche, finendo magari per proporre una musica ancora più banale e stantia di quella che si era appena lasciata alle spalle.
Si possono fare molti esempi nell'uno o nell'altro senso: credo che il confine  fra maturazione e "sputtanamento" sia sottile e spesso indefinito, ma credo anche che un gruppo possa ritenersi fedele a se stesso se, pur cambiando la forma musicale, mantiene inalterato lo spirito che lo anima, e se mantiene una certa originalità musicale.
Ritengo che After Laughter ricada in quest'ultima categoria. Il disco prosegue quindi il percorso iniziato con "Paramore", diciamo si ispira alla parte più pop di questo, tanto per capirsi a brani come Still into you e Ain't it fun soprattutto. La gran parte dei pezzi sono di tipo dance /funk, ma mantengono una propria matrice che li distingue dalla musica attuale in modo abbastanza netto. In qulache pezzo qualche piccolo rimasuglio di Pop/punk rimane, e vi è spazio per esperimenti acustici,come in 26, o per brani ibridi, come Fake Happy" dove pop, acutico e pop/rock si intrecciano. Vi è anche spazio per brani sperimentali, come lo stranissimo "No Friend", dove Hailey Williams non canta. Alla fine se vediamo i Paramore continuano a parlare nei loro testi degli stessi argomenti: amore, odio, solitudine, speranza, tristezza, allegria e alienazione e rabbia. Solo lo fanno in un modo diverso, più sottile, più articolato e sfuggente. Le canzoni sono in ogni caso dannatamente orecchiabili come e più di prima e mettono ugualmente voglia di ballare, muoversi, urlare.
Insomma è cambiata la veste, ma non la sostanza.
In conclusione, se volete un disco di Punk/pop come ai vecchi tempi, meglio indirizzare altrove le vostre attenzioni, oppure riascoltarvi i primi 3 del gruppo, ma se volete seguire il gruppo americano nella sua evoluzione, o semplicemente ascoltare della buona musica che unisce divertimento e qualità, allora questo disco fa per voi.
Per me, insomma, è un sì, più che un no. I paramore hanno scelto di rischiare, ed io sto con loro.
Voto 8

mercoledì 3 maggio 2017

Sham 69 - If The Kids Are United (Live, 1978)

A metà degli anni 70l'Inghilterra era un paese travolto dalle tensioni sociali e dalla disoccupazione. Una delle risposte a questa situazione fu rappresentata dal Punk: Ma ben presto i Kids inglesi si divisero, i punk, rockabilly, Mods e Skins. Volavano botte da orbi e coltellate. Così Jimmy Pursey dei Sham69, scrisse questo anthem potente e trascinante invitando i ragazzi a non fare a botte ma ad unirsi contro il sistema. Rimase inascoltato però questo brano entrò nella breve e folgorante stagione del Punk