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giovedì 14 ottobre 2021

Gli imperdibili: X- Under the Big Black Sun

 Gli X sono uno dei gruppi che ho amato di più, e sono sempre stato imbarazzato da due cose su di loro: 1) il loro nome, che già di per sè è abbastanza stambo ed anonimo, anche se facile da ricordare,  e non esssendo nemmeno fornito di articolo (the) davanti diventa spesso  difficile da comunicare o anche solo scrivere. 2) il fatto che siano uno dei gruppi più misconosciuti, almeno qui in Italia, pur avendo avuto un certo seguito ed apprezzamento negli Usa, e, a livello di nicchia e molto tempo fa, anche qui nella penisola. 

E arriviamo al disco che ci interessa; Under The big black sun, uscito nell'estate del 1982, è il terzo disco della band losangelina, che aveva già pubblicato due intensi lavori: l'esordio con Los Angeles, ed il seguito Wild Gift, due eccellenti lavori, in cui la forza e l'irruenza del Punk si sposavano con il rockabilly e soprattuto con un lirismo, grazie anche all'amalgamarsi di due voci, uno maschile e l'altra femminile, che lo hanno sempre reso un qualcosa di unico nell'ambiro del punk/new Wave (e non solo).

Pur essendo i già citati dischi, e anche i successivi, ottimi dischi, Under the big Black Sun rimaneil mio disco preferito della band californiana: infatti qui il discorso musicale si amplia ulteriormente, aprendosi a generi musicali impensabili, come il Country,e include aperture melodiche inedite, il tutto senza rinunciare né all'impatto della chitarra elettrica e della batteria, ma sopratutto  al lirismo delle voci e delle atmosfere, e direi alla poesia dei testi, creando un qualcosa non solo di gradevole, ma che spesso dà i brividi all'ascoltatore,

Il disco si apre con Hungry Wolf; un rock teso e lirico, che parla di lupi innamorati, che predano insieme e vivono insieme per l'intera vita. Motel Room in my Bed è una delle canzoni liriche del disco, un upbeat veloce, con la chitarra rockabilly del chitarrista Billy Zoom ad accompagnare in modo mirabile le voci di Axene e John. Riding with Mary è una canzone dedicata al ricordo della sorella di Exene, scomparsa qualceh mese prima, una canzone dalle atmosfere Dark, con una chitarra forte, che ricorda i primi lavori del gruppo. Come Back to me, ancora dedicata al ricordo della sorella, ci sorprende con le sue atmosfere dolci e nostalgiche, una ballata che tuttavia non cade nello sdolcinato. Poi è la volta della title track, uno dei pezzi più belli dell'album, anche questo un pezzo in cui i precisi arpeggi di Billy la fanno da padrone, e dove il lirismo raggiunge apici irraggiungibili. Il successivo Because I do, è un pezzo decisamente punk, dove la batteria  la fa da padrone, imponendo un ritmo travolgente al brano.

Dancing with tears in my eyes è un altro brano semplicemente stupendo, una ballata country, veramente sorpendente se consideriamo scritta ed eseguita da un gruppo punk, uno di quelli che "Non sa suonare" secondo i soloni e gli incompetenti che ancora animano il web. Il successivo Real child of Hell mantiene le promesse del titolo, è un pezzo tiratissimo, un punk'n'roll tipico degli X.

How I learned My lesson, è un pezzo veloce dove le voci di John ed Exene si alternano in modo molto gradevole. Il disco si chiude con The Have nots, che parla di emarginati che consumano le loro vuote esistenze in bar malfamati bevendo fino all'ultima goccia, ma non è un discorso moralista quello degli X, ma una degna celebrazione della working class, fatta con il loro stile, ed è ancora un brano riuscitissimo, che cresce mano mano che la canzone procede.

Che dire? un capolavoro, che riascoltato dopo anni non delude affatto ma ancora regala quelle sensazioni ed emozioni della prima volta.




venerdì 24 settembre 2021

Gli imperdibili: In Style di David Johansen

 David Johansen è un personaggio straordinario, non solo perché ha fatto la storia del rock con le New York Dolls, ma anche perché è stato capace di reinventarsi più di una volta, anzi, esattamente tre.

La prima reinvenzione è stata iquando decise di intraprendere una carriera solista certamente influenzata dal suo passato con le "bambole di New York" ma che ha anche toccato ambiti musicali molto lontani dal glam/punk rock della precedente band. Poi, sotto le mentite spoglie di Buster Pointdexter, si è vestito dei panni del Crooer, toccando ambiti musicali del tutto diversi. Infine negli anni 2000 ha pubblicato un paio di dischi fra il country ed il folk, per ritornare a cantare i vecchi brani dei Dolls in compagnia dell'unico altro sopravvissuto Syvain Sylvain.

Qui ci occupiano della seconda parte di carriera di David, ed in particolare del disco In Style, pubblicato nel 1979, dopo l'uscita del primo omonimo album.Seppure anche  il  primo disco ed il successivo Here comes the night siano lavori di ottimo livello, personalmente la palma di migliore la concedo a In Style (e al live Live it up, anche se i dischi dal vivo sono un discorso a parte). La ragione di questa mia scelta, del tutto soggettiva, è forse anche dovuta al fatto che è stato, credo, il primo disco di Johansen da me comprato, ne raccattai una copia usata nel mitico negozio Metropolis, allora situato in via Padova a Milano (ancora resiste, solo si è spostato di qualche metro) al prezzo di lire 7.500 (non ho una memoria straordinaria, semplicemente è ancora appiccicata l'etichetta). In larga parte però quello che me lo fa preferire è la varietà degli stili musicali che compongono il disco. Si parte con Melody, un pezzo molto orchestrato, una sorta di rock sinfonico, se così si può definire. A seguire il rock decisamente "dollsiano" di She, un pezzo che ti lascia senza fiato. Col terzo brano, Big City, iniziano le sorprese vere, si tratta di un  brano da "big orchestra", in cui si intravede la via che David percorrerà successivamente come Buster Pointdexter. She Knew she was falling in love, è un pezzo con cadenze un po' reggae ed un po' latineggianti, molto gradevoli, mentre Swaneto Woman è un brano decisamente pop, diciamo che non è il brano migliore del disco. La seconda facciata (o sesto brano nella versione Cd) si apre con Justine, una bellissima ballata romantica, uno dei vertici del disco, ma le smancerie non durano molto, perché il brano successivo è la title track In style, e di nuovo le atmosfere sono quelle dei New York Dolls, un rock potente e primitivo che spinge a muovere i piedi e ad agitarsi sulla poltrona. You touched me too è un' altra ballata con armonica ed un ottimo arrangiamento, mentre Wreckless Crazy è di nuovo un brano rock, veloce e audace.

La chiusura è affidata a Flamingo road, un'altra ballante, drammatica e toccante, che chiude degnamente un gran disco, il cui livello è giusto abbassato da Swaneto Woman, la cui presenza nel disco può essere giustificata dalla volontà di Johansen di toccare ambiti musicali disparati, seppure l'impronta rock sia quella prevalente. Per quanto mi riguarda questo è un disco imprescindibile, e se vi piacesse vi consiglio di comprare o ascoltare anche gli altri. Non dovreste rimanere delusi.