venerdì 29 agosto 2008

Videologia 22: Pink- Family Portrait

Pink - Family Portrait


Questo video di Pink è di una bellezza, e tristezza, struggente: il ritratto crudo e realistico di un rapporto madre e figlia che non c'é. Il punto di vista del video è quello della bambina, snobbata dalla madre, interpretata dalla stessa Pink.
Alla fine del video, proprio mentre sembra che tra le due possa nascere una nuova intesa, il mondo patinato della pubblicità e della televisione, come un novello pifferaio magico, irrompe nella ritrovata serenità familiare e ruba la figlia alla madre.
Il sound un po' soul del brano e la voce roca e quasi blues di Pink completano un video tra i più belli degli ultimi anni.

mercoledì 27 agosto 2008

Crosby,Still, Nash & Young: Ohio



Nel Giugno del 1970 4 studenti vengono uccisi da parte di reparti della Guardia Nazionale all'università di Kent.
Colpito dall'avvenimento, Neil Young scrive di getto una canzone, dal titolo di Ohio, dedicata al fatto. La canzone viene registrata la mattina seguente dai CSNY, il leggendario supergruppo di cui fa parte anche il cantante canadese, e nel giro di poco tempo scala le classifiche divenendo una delle canzoni più importanti e significative degli anni della contestazione alla guerra in Vietnam e all'amministrazione di Nixon.
Ps
La versione qui risale al 1974, non è una perfetta esecuzione, ma forse è meglio così, è molto più "viva" di quella del disco.

domenica 24 agosto 2008

Recensioni. The Subways: All or Nothing

Nel loro nuovo lavoro, intitolato All or Nothing, The Subways tornano a proporre il loro Rock alternative, fatto di chitarre ruggenti, ritmiche sostenute, ma anche di momenti melodici, e finezze distribuite qui e là.
Rispetto ai primi lavori mi pare che ci sia qualche somiglianza in più a gruppi più noti, in particolare qualche piccola somiglianza con i Muse emerge qui e là.
Meglio assomigliare ai Muse che ad altri, sia chiaro.
Nel disco si alternano gli ormai classici pezzi tirati e trascinanti, tra i quali si segnalano Girls and Boys, titolo d'apertura, la piacevolissima Kalifornia e sopratutto I Won't let you down che pare all'altezza di Rock'n'roll Queen, il loro pezzo più famoso e che ne ha definito lo stile.
Affiancati a questi trovano spazio song dalle sonorità molto più soft, come Obsession, Move to Newlyn o Lost boys.
Non tutto è convincente, per esempio "This is the club for people who hate people" riprende stili sonori molto lontani da quelli tipici dei Subways (diciamo che siamo dalle parti dei Linkin park e similia), e che personalmente trovo tutt'altro che apprezzabili.
Inezie tutto sommato nel contesto di un disco decisamente riuscito, a cui forse manca un po' di imprevedibilità in più, ma che mi sento decisamente di consigliare agli amanti del sound british e alternative, o a chi cerca qualcosa di diverso.

venerdì 22 agosto 2008

Chi ha paura di Avril ?


Leggo la notizia che in Malaysia, un partito di ispirazione islamica vorrebbe la cancellazione del concerto che Avril Lavigne dovrebbe tenere il 29 di questo mese, a causa, secondo gli stessi, dell'eccessiva sensualità dello show stesso.
Verrebbe da ridere: se c'è una cosa che non si può dire dello show di Avril Lavigne è che sia troppo sensuale, vsto che la cantante canadese canta (e suona) in calzoni lunghi e maglietta e scarpe da ginnastica per tutto il tempo, coprendosi pure con una pudica felpa rosa nel finale. E di certo non simula atti sessuali nè si tocca nelle parti intime, come fanno altre(i).
Verrebbe da dire "levateje er vino" (o la grappa di rose) se non che si presume che, in quanto islamici osservanti, siano debitamente astemi.
Ma se qualcuno solleva un problema, giusto o sbagliato che sia la soluzione, vuol dire che qualche ragione, magari non detta, c'è.
La ragione di questa levata di scudi non è da ricercarsi nella presunta sensualità dello show, ma piuttosto nel fatto che Avril, come peraltro altre sue colleghe, forse in modo più netto, è un simbolo di indipendenza e autodeterminazione femminile.
Compone le sue canzoni, le canta, le suona alternandosi a vari strumenti, e, peggio, comanda a bacchetta un gruppo di musicisti tutti maschi.
Troppo per dei tradizionalisti conservatori e bacchettoni, che pensano che le donne debbano stare in casa e non avere voce in capitolo su niente, altro che primeggiare in qualcosa, seppur di frivolo.