venerdì 15 gennaio 2021

Ho detto Bond, James Bond ovvero viaggio fra le colonne sonore dell'agente segreto più famoso del mondo

 Tra pochi mesi uscirà (diciamolo; speriamo che esca ) il nuovo James Bond dal titolo No time to die. Come sempre il film ha una colonna sonora, e come sempre c'è un'artista od un gruppo a cui è affidato il non facile compito di scrivere o interpretare il brano principale, quello che a cui sarà legato il ricordo, quantomeno musicale, del film, ovviamente con relativo video. 

Scrivere un brano per i film di James Bond non è facile, per diversi motivi. In primis si finisce, come peraltro vale anche per i Mondiali di calcio o le Olimpiadi, sulla bocca di tutti, anche di chi magari non è proprio un esperto od un fan di quell'artista, quindi bisogna sapere accontentare un po' tutti i gusti. Tuttavia, a differenza dei sopracitati avvenimenti, che dopo un mese si concludono, un film rimane per sempre, nel bene o nel male, può essere rivisto anche a distanza di anni e decenni, e così la sua colonna sonora. Ed infine, cosa più importante, una canzone che accompagna un film di James Bond deve avere un certo fascino un certo tipo di sonorità un po' retrò, anni 50  o giù di lì, deve avere una forza evocativa nel testo ed una interpretazione vocale all'altezza.

Per quest'ultima fatica dell'agente segreto più famoso del mondo l'onore e l'onere è capitato alla emergente e strombazzatissima Billie Eilish, che se l'è cavata tuttosommato bene, come possiamo vedere dal video.

E' vero che la canzone manca di vivacità, forse non è così trascinante come ci si aspetterebbe da un brano che fa  da accompagnamento a  quello che, alla fin fine, è un film d'azione. Tuttavia bisogna anche riconoscere che il mood sonoro è quello giusto, con quel tanto di gusto retrò che ci vuole, e che in altre interpretazioni viceversa è mancato. Infine, e non per ultimo, l'interpretazione canora è sublime, e sicuramente dà qualcosa in più rispetto ad altre.

Tuttavia non è questa la migliore colonna sonora di un film di James Bond. Andando indietro nel tempo bisogna ammettere che molti si sono cimentati, ma spesso hanno fallito,  o almeno non hanno del tutto soddisfatto, anche nomi blasonati,come Tina Turner, che per Golden eyes  non riuscì ad andare oltre ad un brano decententemente orchestrato, ben interpretato, ma privo di vero pathos. Anche Alicia Keys e Jack White,  improbabile copia assoldata per Another Way to die firmarono un brano che avrebbe dovuto unire soul e rock mantenendo lo stile anni 50, ma non ruscirono ad andare oltre ad una canzone che per molti verso risulta essere un pasticcio kitsch e solo a tratti risulta convincente-

Certo è tutto grasso che cola in confronto ai mai troppo denigrati Duran Duran  che per A View to a  Kill produssero un brano totalmente insensato, peraltro adeguato ad uno dei film meno riusciti. Ai poco conosciuti Gladys Knight toccò musicare License to Kill, ma dovremmo dire che agli spettatori toccò ascoltare la loro noiosissima composizione, e peraltro continuarono a rimanere poco conosciuti anche dopo di ciò, e qualche ragione ci sarà stata, credo...

I Garbage andarono vicino a centrare l'obiettivo con  The World is not Enough. L'atmosfera era quella giusta, gli archi ed i violini c'erano, tutto sommato anche la canzone c'era. La cosa che non funziona del tutto è però l'interpretazione di Shirley Manson, che appare vocalmente troppo limitata, e soprattutto nell'arrangiamento, condito di troppe percussioni elettroniche e appesantita da troppi strumenti che finiscono col rovinare l'ascolto rendendolo dopo un poco piuttosto pesante. 

A questo punto vi chiederete:ma  allora non c'è nessuno che abbia fatto qualcosa di soddisfacente? Per fortuna qualcuno c'è. Abbiamo detto che la colonna sonora di 007 deve avere un gusto retrò per risultare riuscita. E chi, meglio di Adele, poteva riuscire nell'impresa?  E difatti la cantante inglese con Skyfall. uscito nel 2012 riuscì nell'impresa confezionando un brano praticamente perfetto, o quasi. Vedere (ed ascoltare) per credere 

Tuttavia, per quanto il brano rispecchi quelli che devono essere i parametri che abbiamo stabilito, forse c'è chi ha fatto anche meglio.

 Se Billie Eilish è sul terzo gradino del podio ed Adele sul secondo chi sarà sul primo? Bene prima di svelare il nome del vincitore (o vincitrice) penso ci sia spazio per una "onorevole menzione" ovvero un brano che, pur essendo validissimo, non rientra del tutto nei parametri a cui mi sono attenuto. Ed ecco che  questo riconoscimento va al compianto Chris Cornell, che scrisse un brano rock dal titolo "You know my name" scritta per Casino Royale del 2007 , che certo non può rientrare nei parametri musicali sopra descritti, e tuttavia non si può negare sia un bel brano riuscito, con quel tanto di nostalgia ed una buona dose di adrenalina che è indispensabile per un film d'azione 



E arriviamo al vincitore, o meglio Vincitrice, che per me è senza ombra di dubbio Sheryl Crow, che, per Tomorrow never dies, tirò fuori dal cilindro il brano perfetto. Fin dalle prime note si capisce che qui si fa sul serio.

In effetti i primi 16 secondi di apertura sono esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare dalla colonna sonora di un film di James Bond: la preparazione a qualcosa di misterioso e travolgente che accadrà da lì a poco. E dopo lo sparo di prammatica (ma non sempre c'é) la voce suadente, dolce e sexy di Sheryl arriva al momento giusto per convincerci definitivamente che quella é la canzone di James Bond, senza se e senza ma. Ed il brano  si sviluppa come da copione, con la voce di Sheryl che ci accompagna tenendoci per mano, dentro sensazioni uniche, in un crescendo affascinante e stordente.



Questa almeno è la mia personalissima classifica, voi fate la vostra.




sabato 9 gennaio 2021

Recensione: Plastic Heart di MIley Cyrus


 La piccola Miley, già star della Disney nella seconda metà della decade precedente, è cresciuta. Non sto intendendo sul piano fisico e della età, questo è del tutto ovvio, ma artisticamente. Lo si era visto già nei precedenti dischi,  in particolare Forever Young, ma questo è ancora più chiaro dall'ascolto attento dell'ultimo Plastic Heart, il cui unico difetto è che avrebbe potuto essere anche migliore.

In questo disco Miley rende più esplicito l'amore che ha da sempre dimostrato verso certo rock anni 70-80, e che si concretizza in un paio di duetti con nomi importanti di quell'epoca, ovvero Billy Idol e Joan Jett. Beninteso la musica di Plastic Heart di base è sempre pop, e sovente dance, ma è indubbio che siano ben presenti e riconoscibili elementi di rock sparsi qui e là come le spezie su un arrosto, non sono la base del piatto ma ne costituiscono un elemento capace di dare un certo gusto e retrogusto piacevole (magari con un vino adatto..)

Il disco si apre con WTF i Know, un pezzo  che utlizza un impianto musicale abbastanza classico nel repertorio di Miley, una base dance a cui si sovrappone un arrangiamento più rock nel ritornello. un discreto pezzo. Meglio il secondo pezzo, la title track Plastic Heart, più vicina ad uno stile pop-rock di impianto classico, molto gradevole ed anche trascinante, in cui si distingue un buon assolo di chitarra elettrica nel bridge. Il terzo pezzo Angels Like you, è invece una ballata che inizia in modo quasi timido, per poi crescere man mano e ricorda il materiale del precedente FOrever Young. Prisoner propone un duetto con l'emergente star della nuova dance Dua Lipa, ed è sicuramente il dbrano dal maggiore appeal commerciale, e bisogna dire che assolve senza problemi il suo ruolo, anzi direi che è meglio del prevedibile. Esiste anche una versione rock che è semplicemente travolgente ed è un peccato non sia stata offerta al pubblico (almeno in questa edizione del cd). Gimme what I want per quanto mi riguarda è di sicuro il brano meno riuscito ed interessante del disco. L'arrangiamento risulta piuttosto pesante, e la canzone abbastanza strasentita, diciano sullo stile di ciò che ha prodotto Lady Gaga negli ultimi 12 anni. 

Per fortuna subito dopo  giunge Night Crawling, ovvero il duetto con Billy Idol, ed è letteralmente un'altra musica. Batteria pesante, tastieroni e chitarre ruggenti, nulla da invidiare ai brani  fra il punk ed il pop che hanno reso famoso Bily nei promi anni 80. Il duetto fra i due è poi pura materia incandescente. Decisamente sì. Il cd da qui compie come un salto di qualità. Ed ecco Midnight Sky, dalle atmosfere suadenti ed avvolgenti, seguita da High, una ballata in stile country, come quelle degli ormai lontani esordi di Miley, uno stile che, a mio modesto avviso, le si addice totalmente. Anche la successiva Hate me è una ballata seppure con uno stile più moderna e, nondimeno è riuscitissima. A seguire l'altro duetto con Joan Jett che, però, rispetto a quello con Billy Idol mi pare meno riuscito, ritornello carino e orecchiabile, ma la parte della strofa la trovo decisamente rivedibile, Never Be me è un'altra ballata, forse un po' scontata, ma sicuramente gradevole ed orecchiabile. Chiude il tutto Golden G Strings, un'altro brano lento ma dalle caratteristiche diverse dai precedenti. 

In conclusione si tratta di un'ottimo album, guastata da un paio di canzoni non del tutto all'altezza, che certo non rappresenta un capolavoro assoluto della musica pop, ma che di sicuro assicura un gradevole ascolto riservando anche alcune sorprese. Rimane il dubbio, avendo ascoltato alcuni inediti, che il disco avrebbe potuto essere anche migliore.

Voto 8,5