martedì 29 aprile 2014

Halestorm live ai magazzini Generali di Milano



Ieri 28 Aprile mi sono recato a vedere il concerto degli Halestorm, una band di cui ignoravo l'esistenza fino a qualche settimana fa, ma che mi sono entrati rapidamente in testa e nel cuore a causa del loro rock sporcato di metal, duro ma anche molto orecchiabile e quasi melodico.
Mi piace questo mischiare l'agro ed il dolce, la durezza delle chitarre e la forza della batteria con le melodie e la dolcezza della voce, per questomi piacciono le female fronted band, che tradotta nella nostra lingua (che mi dicono essere ancora l'italiano, fino alla prossima riforma del governo, almeno) significa le band che hanno una donna che canta. Ma passiamo al racconto della serata.
Dopo aver parcheggiato l'auto e aver raggiunto il luogo del concerto , situato molto vicino a dove avevo visto Gabriella Cilmi un paio di settimane fa (vedi post sotto) aver fatto vedere il biglietto ai due gentili gorilloni che sorvegliano l'entrata, entro.
Era la prima mia volta ai Magazzini Generali; appena entrato capisco che sono di fronte ad una scena stile inferi di Dante: caldo assurdo ed il posto, molto più piccolo di quel che pensassi, strapieno (e dire che mancava ancora un'oretta all'inizio del concerto). Avendo portato una telecamera per riprendere qualche pezzo dell'avvenimento ed il cappottone, decido che è meglio lasciare il cappottone ed ombrellino alla reception e infilarmi la telecamerina nella tasca dei pantaloni, con aria indifferente naturalmente. Mi avvicino a dove una band di volenterosi metallari intrattiene il pubblico, insomma, al palco. Mi avvicino per modo di dire, in effetti il posto, come detto poco capiente, è strapieno. Ci sono un paio di scalini sul lato destro, in mezzo c'è il Mixer e poi quello che si chiama parterre, ma che qui è l'unica cosa che c'è. Tutti assiepati al caldo e al puzzo, visto che la temperatura interna è almeno di 25 gradi. Cerco una posizione nella quale possa vedere qualcosa del concerto e magari registrarlo, e mi rassegno a starmene in piedi. Dopo che il gruppo di supporto ha finito e una attesa di circa mezz'ora, con buona puntualità, entrano sul palco gli Halestorm.
Subito attaccano con Miss the misery seguito da Freak like me e si capisce che la band è compatta, che Liz è bella, brava e quasi(quasi) carismatica, mentre il fratellone batterista è un pazzo scatenato, oltre che un eccellente batterista. In effetti a metà inoltrata del concerto Lizzy e la band escono e lasciano il ragazzo ad intrattenere il pubblico con la sola batteria. Arejay si scatena. percuote la batteria in tutti i modi possibili ed immaginabili, la suona in piedi, poi butta via le bacchette e passa a suonarla a mani nude. Finito questo grida alla folla: ne volete ancora? ovviamente la risposta è sì ed il ragazzo, entusiasta e con un ghigno degno del Joker dipinto sul volto annuncia trionfante "now the big sticks!" e tira fuori delle bacchette gigantesche, diciamo dei bastoni, e riprende a massacrare la batteria! Grandissimo!
A parte questo intermezzo chi guida le danze è Lizzy la cui voce è estremamente potente, ma ancora mi deve convincere di averne una totale padronanza. canta Break In accompagnandosi con le sole tastiere, è brava, ma non perfetta, mentre appare più a suo agio quando fronteggia la folla cantando a squarciagola e completando anche con assoli di chitarra l'esibizione. Vengono eseguite molte canzoni dell'ultimo disco tra cui Love Bites, Rock show Mr Hide daughter of darkness, Gold dust woman cover dei Fleetwood Mac e get ready dei Daft Punk in versione decisamente più rock dell'originale fino al finale con l'anthem Here's to Us.
Un'ora e mezza di concerto per un gruppo che sa offrire una non originalissima ma riuscita ricetta di buon sano rock'n roll, sudore e divertimento.
Arrivederci alla prossima!

lunedì 14 aprile 2014

Recensione del concerto di Gabriella Cilmi al 75 Beat di Milano

Giovedì sera si realizzava un sogno, sì avete capito bene, un sogno nel senso letterale del termine. Difatti, credo fosse la notte di domenica scorsa, fra le centinaia di sogni che presumo abbiano affollato la mia mente dormiente ma sognante, mi ero sognato lei, Gabriella Cilmi, che mi prendeva sorridendo la mano. Me ne sono ricordato al mattino appena sveglio, e mi sono chiesto il perché di quel sogno, forse avevo visto la sua bacheca di FaceBook e mi era rimasta impressa?
Può darsi, ma sta di fatto che due giorni dopo vengo a sapere che Gabriella sarebbe stata a Milano il 10 aprile. Ne avevo già letto qualche settimana prima, ma poi non avevo visto alcuna conferma ufficiale, per cui avevo pensato fosse una falsa informazione, o che il concerto fosse saltato per una qualche ragione, e invece...
E invece eccomi alle nove al circolo ARCI 75 Beat, pagare l'entrata e farmi la tessera Arci, poiché la regola è questa. Se ne potrebbe discutere ma tant'é. Mi rendo conto che sono un po' in anticipo e mi faccio un giro nei dintorni ingannando l'oretta di tempo che dovrebbe separarmi dall'inizio del concerto. L'oretta di tempo diventa un'ora ed un quarto, un'ora e mezza, e poi, come capirete due ore....mentro attendo nel breve corridoio che porta dal'ingresso alla sala minuta dove sono già posizionati microfoni e strumenti (gli unici ad essere arrivati prima di me) vedo una ragazza sbucare da una porta ed entrare in un'altra sala. Capelli neri tagliati a caschetto, viso mediterraneo, non molto alta...mi rendo conto che mi è passata sotto gli occhi, anzi quasi dietro alle spalle Gabriella Cilmi, di pirsona pirsonalmente, per dirla come l'appuntato del Commissario Montalbano.
Questo rende l'attesa forse meno pesante, anche perché ad un certo punto sento una voce che gorgheggia- E' Gabriella che scalda le corde vocali, devo dire sentendola così la sua voce appare molto megloi che nei dischi, naturale, e capisci cosa voglia dire la parola "talento" spesso usata a sproposito. La saletta verso le 23 si riempie, per dire il vero i musicisti entrano e si mettono agli strumenti ed allora le poche decine di persone che stazionano nell'atrio e corridoio si precipitano nella saletta. Tranquillamente, come fosse una del pubblico capitata lì per caso, entra anche Gabriella, eh sì, la ragazza del corridoio era proprio lei, ma si è cambiata, ha un abitino nero un po' da collegiale, gonna sopra le ginocchia e stivaletti neri ed un gran sorriso. Sale sul palco ed inizia a cantare. La prima canzone è Simmetry, e si vede come lei viva le canzoni e le interpreti non solo con la voce, ma con il corpo, quasi come una attrice. Avendo visto alcuni live via youtube non mi era molto piaciuta questa corporeità, ma lì, avendola davanti, riesco a capirne il senso, la grande carica che mette e che trasferisce nelle canzoni che canta. Il concerto scorre via molto piacevole, con una buona band, e quasi tutte le canzoni del nuovo disco, mentre dei vecchi rimangono solo My Hearts don't lie, fatta in modo travolgente, una On a Mission, stravolta in stile, non dico rock, direi proprio punk, forse a significare una distanza ormai siderale da quel periodo artistico, per lei poco felice e quasi rinnegato, e ovviamente, sweet about me, in cui scende tra il pubblico e fa cantare ad alcuni fortunati il famoso ritornello "sweet about me nothing sweet me about me" ed anche il vostro cronista viene coinvolto in tutto ciò, credo di essere stato il peggiore ma, chissene...io ho cantato con Gabriella Cilmi, e voi no, quindi potete pure rosicare ma  non potete cambiare i fatti....
Il concerto chiude dopo circa un'ora, con The Sting, lasciando l'unica amarezza che una simile artista debba esibirsi di fronte a poche decine di persone (è pur vero che in quella stessa serata vi erano almeno 3 concerti di livello e ben più pubblicizzati) quando "popstar" di dubbio talento o personaggi strabolliti fanno pienoni...
Lo sappiamo, le cose preziose sono per pochi, Gabriella mi è parsa una ragazza molto semplice, che non se la tira "da Star" e che ha volutamente rinunciato a notorietà e soldi per inseguire una propria via artistica, speriamo magari possa avere più successo in futuro.

domenica 13 aprile 2014

Tonight Alive - The Edge dalla colonna sonora di The Amazing Spider man





Ecco il video che accompagna l'uscita dell'ennesimo film di supereroi: Questa volta sono i Tonight Alive, interessante gruppo australiano a prestare voce e strumenti alle avventure dell?uomo ragno!

Il pezzo è bello vedremo se lo sarà anche il film!

martedì 8 aprile 2014

Gabriella Cilmi è in Italia

Gabriella Cilmi è in Italia per tre concerti a Roma Milano e Treviso.Per l'esattezza martedì 8 aprile al Circolo degli Artisti di Roma, giovedì 10 al 75 Beat di Milano e venerdì 11 al Home Rock Bar di Treviso. Gabriella ha esordito nel 2008 con il disco Lessons to be learned, trascinato dal fortunato singolo Sweet about me. In quel disco si mescolavano soul, blues, rock, persino jazz, dentro una cornice pop. Nel 2010 tornò con Ten, un disco decisamente meno fortunato e anche meno riuscito, in cui si abbracciava una musica electro dance, pur con qualche sfumatura di Soul. Dopo aver coraggiosamente rotto con la casa discografica, Gabriella ha fatto uscire nell'autunno scorso The Sting, un lavoro molto più personale, fatto di  musica raffinata, atmosfere soffuse, riferimenti al soul ed al jazz. Sarà interessante misurare dal vivo questi cambiamenti, sperando di sentire anche qualche pezzo "antico".

giovedì 3 aprile 2014

Recensioni :Halestorm-The Strange case of...


The Strange Case of è il secondo disco della band di Philadelphia, ed offre un buon campionario di canzoni di genere metal/rock. Niente di eccezionale o straordinario, è un tipo di musica che ormai è definito da decenni, e di sicuro i quattro ragazzi non inventano chissà cosa, però offrono canzoni molto orecchiabili, fresche, anche per chi, come il sottoscritto , non stravede per il genere, merito di una buona preparazione musicale e della voce della cantante Lizzy Hale, incisiva quanto basta.
Nel disco sono contenuti pezzi veloci ed aggressivi come Love bites, I miss the misery o Freak like me, inframezzati a pezzi più melodici come beautiful with you o In your room, c’è spazio anche per una ballata di piano (break in) e nell’insieme il tutto tiene, con pochi scompensi fino al gran finale con l’inno un po’ autocelebrativo di Here’s to us. Forse sarebbe stato meglio alternare un po’ di più i pezzi tirati con quelli più melodici, ma questa è una critica alla scaletta del disco più che al livello della musica.
In definitiva un buonissimo disco per gli amanti del rock più  ruvido e sincero.