Oggi parliamo di The Alarm, uno dei gruppi più sottovalutati della scena rock degli anni 80, che vengono ritenuti mitici per le ragioni sbagliate (principalmente di tipo nostalgico) e non per quei gruppi che, soprattutto nella prima parte, quando l'ondata di rinnovamento originato dal Punk e dai suoi innumerevoli derivati non si era ancora spenta del tutto ma alimentava il fuoco della creatività artistica.
Ecco che in quel marasma creativo all'inizio dei faboulous eighties spunta in quella arida e dura regione chiamata Galles un quartetto di ragazzotti, decisamente spettinati, che mischiano con sapienza e potenza la energia brutale dei Clash, il lirismo di Springsteen, la forza degli WHO, non dimentichi della lezione del Maestro Bob Dylan, proponendo un decisamente innovativo mix di punk, folk e rock. Nonostante i critici non li abbiano mai presi troppo sul serio, forse per la troppa lacca nei capelli e per la sofisticata ricerca del look, e li abbiano accusati indegnamente di essere solo dei "riscaldatori di minestre" (bestemmia da punire con il taglio delle mani!) in realtà Gli Alarm hanno saputo proporre una musica fresca ed energetica, che soprattuto dal vivo raggiungeva vette non facilmente raggiungibili dai comuni mortali. Forse l'unico difetto di questa band è stata di non riuscire a raccogliere nei dischi di studio tutta questa potente eneriga e freschezza, ma ciò non toglie che i loro dischi, soprattutto i primi due, e a mio avviso anche l'ultimo, sono decisamente dischi dignitosissimi, e diciamo pure imperdibili per chiunque sia un degno seguace del rock'n'roll.
Nessun commento:
Posta un commento