Undercurrent è il quarto disco della giovane cantautrice e
polistrumentista Sarah Jarosz.
Il disco prosegue sulla falsariga dei precedenti,
aggiungendo qui e là qualche piccola innovazione che rende il tutto più
interessante. Il disco si apre con Early Morning lights, tipica ballata con un
semplicissimo quanto efficace arpeggio di chitarra. Il successivo Green Lights
ha atmosfere sognanti.
Più coinvolgente il successivo House of Mercy,
caratterizzato da atmosfere maggiormente drammatiche, a mio modo di vedere uno
dei pezzi migliori del disco. Everything to hide è anch’esso un classico
pezzo di folk music con note lievi che la voce di Sarah accarezza timidamente,
mentre Back of My Mind disegna atmosfere quasi fiabesche . Comin’ Undone è
invece un pezzo quasi blues, con le note di un organo che si introducono sullo
sfondo del brano aggiungendo qualcosa di inedito alla musica di Sarah, anche questo un
pezzo molto riuscito.
Take Another Turn e Take me back non aggiungono molto agli
altri pezzi, pur essendo sempre pezzi molto gradevoli. Rimarchevole Lost Dog,
forse il pezzo più bello del disco.
Still Life e Jacqueline concludono degnamente un disco
bellissimo, il migliore di Sarah fino ad oggi, disco che mi permetto di
consigliare caldamente a chi ama il genere folk-country e a chiunque ami la
buona musica.