mercoledì 17 agosto 2016

Recensione di Undercurrent di Sarah Jarosz

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Undercurrent è il quarto disco della giovane cantautrice e polistrumentista Sarah Jarosz.
Il disco prosegue sulla falsariga dei precedenti, aggiungendo qui e là qualche piccola innovazione che rende il tutto più interessante. Il disco si apre con Early Morning lights, tipica ballata con un semplicissimo quanto efficace arpeggio di chitarra. Il successivo Green Lights ha atmosfere sognanti.
Più coinvolgente il successivo House of Mercy, caratterizzato da atmosfere maggiormente drammatiche, a mio modo di vedere uno dei pezzi migliori del disco. Everything to hide è anch’esso un classico pezzo di folk music con note lievi che la voce di Sarah accarezza timidamente, mentre Back of My Mind disegna atmosfere quasi fiabesche . Comin’ Undone è invece un pezzo quasi blues, con le note di un organo che si introducono sullo sfondo del brano aggiungendo qualcosa di inedito alla musica di Sarah, anche questo un pezzo molto riuscito.
Take Another Turn e Take me back non aggiungono molto agli altri pezzi, pur essendo sempre pezzi molto gradevoli. Rimarchevole Lost Dog, forse il pezzo più bello del disco.
Still Life e Jacqueline concludono degnamente un disco bellissimo, il migliore di Sarah fino ad oggi, disco che mi permetto di consigliare caldamente a chi ama il genere folk-country e a chiunque ami la buona musica.

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