Going to Hell è
il secondo disco dei Pretty Reckless, il gruppo guidato dalla bella Taylor
Momsen, dopo il precedente Light me Up rappresenta un notevole salto di qualità.
Come recita il titolo si tratta di una viaggi negli inferi, non tanto quelli
danteschi o religiosi, ma gli inferi della mente umana, sensazioni, angosce,
peccati, sensi di colpa e riscatto morale. Il disco si apre con Follow Me Down,
la musica è introdotta dai gemiti della pornostar Jenna Haze, poi attacca un
pezzo rock al fulmicotone dove Taylor invita a seguirla nel viaggio di piacere
e perdizione, Going to hell è il viaggio all’inferno, un altro pezzo rock con
alternanze fra momenti di rock sincopato e momenti più melodici, Heaven Knows,
che lo segue è un tentativo di riscatto morale, caratterizzato da una ritmica possente
su cui si innesta un coro di bambini, altro pezzo di grande presa.
Ma questo è solo l’inizio,perché subito dopo giunge House on
a Hill, basato su una chitarra arpeggiata e la voce quanto mai intrigante di
Taylor che esplode in un pezzo sontuoso di grande presa. È uno di quei pezzi
che scavano nell’anima come pochi, bello fino alle lacrime.
Ma non è finita perché Sweet things è un altro pezzo meraviglioso, parte come
pezzo metal per poi diventare un pezzo quasi soft con i duetti tra Taylor ed il
chitarrista Ben Phyllis. Tanta roba.
Dear Sister è un pezzo tanto breve quanto bello, che fa da
introduzione ad altri 2 capolavori.
Absolution è una lenta ed avvolgente ballata rock, mentre Blame è un
pezzo un po’ più pop, più rilassato, ma con una tensione che man mano sale.
Burn è un altro intermezzo acustico, che porta ai 2 pezzi forse più deboli Why
you bring a shotgun e Fucked up world, pezzi rock validi ma niente di più, fino
alla chiusura con la quasi folk waiting for a friend. Che dopo tante emozioni e
schitarrate è come l’approdo finale del viaggio nella tranquillità
e nella
serenità ritrovata.
Che dire? Una sola parola: capolavoro. Se amate il rock non
potete farvelo sfuggire,
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