martedì 20 dicembre 2016

Katie Melua: In Winter -recensione

Settimo disco in Studio per la dolce Katie Melua, cantante di origini giorgiane trapiantata (con successo) in Gran Bretagna, prima a Belfast, dove suo padre, apprezzato chirurgo, si trasferì per esercitare la sua professione, poi a Londra, dove capì che il suo futuro non sarebbe stata di Dottoressa, ma di cantante e musicista.
Tutto sommato meglio così, anche se penso che mi sarei fatto curare volentieri da Katie...
Ma torniamo a questo disco, dove Katie  riscopre le sue origini, non solo georgiane, ma direi est-europee.
Il disco si intitola Winter, ovvero inverno, e di fatto è un disco, se non proprio natalizio, diciamo invernale, adattissimo alle lunghe serate fredde e nebbiose, magari anche nevose.
Nel disco sono presenti diversi brani presi dalle tradizione folk orientale: l'iniziale Schhedryk (The Little swallow), dalla tradizione Ucraina, Leganelul lei lisus (The cradle) dalla tradizione della Romania, Tu ase Turpa Ikavi (you're so beautiful) dalla tradizione della Georgia e il vero e proprio canto di Natale Nunc Dimittis un canto della Chiesa Ortodossa Russa. A dare man forte a Katie è il Gori's Women Choir, gruppo corale di Gori.
IL resto del disco mantiene le caratteristiche di suadente dolcezza e serena malinconia che ben si adattano ai tempi invernali e natalizi. tra le altre  canzoni spiccano River, cover di Joni Mitchell, la evocativa Plane song e Perfect world, dovute invece queste alla penna di Katie,fino alla chiusura con Holy Night, che chiude perfettamente questo viaggio fra le tradizioni natalizie approdando finalmente in terra inglese (anche se l'originale è francese)
Un disco che forse qualcuno troverà noioso, io invece trovo assolutamente affascinante, adattissimo alle lunghe serate invernali, da sentire mentre si mangia, o ci si rilassa sul divano, magari vicino ad un caminetto accarezzando il gatto e guardando fuori dalla finestra la neve cadere...



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