domenica 22 marzo 2015

Stiff Little Fingers : recensione di No going back.


Gli Stiff Little Fingers sono un gruppo nord irlandese nato nel marasma del mitico 1977, anno d'oro del punk-rock, una musica che ha rivoluzionato il mondo del pop per tutti gli anni a venire. Sono sempre stati un gruppo sottovalutato, e lo sono tuttora, essendo il gruppo credo più longevo,insieme agli Stranglers, A differenzadei colleghi inglesi, che si sono allontanati in tempo abbastanza brevi dai confini musicali del movimento se non dallo spirito, gli SLF sono sempre rimasti fedeli a se stessi, passando per periodi di inattività e cambiamenti di formazione. Formazione che vede ancor a presenti 2 componenti del gruppo originale, l'ineusaribiile chitarrista/compositore/voce e leader Jake Burns ed il roccioso bassista Ali McMordie, accompagnati da Ian McCallum alla chitarra e Steve Grantley alla batteria
Il disco è, devo dire, migliore, forse anche molto migliore di quanto non mi aspettassi. I quattro propongono ancora la musica degli esordi, magari con un  poco (parecchia) tecnica e raffinatezza in più. E se gli SLF appaiono non riconciliati nella musica, forse lo sono ancor meno nei testi, che rappresentano acido solforico  gettato sulla faccia di giornalisti ipocriti, ricchi egoisti, banchieri e politici, preti ipocriti e tutto  il campionario di (brutta) umanità che siamo costretti a sopportare dal 1977(e prima). Perché niente è cambiato ma tutto può, cambiare. Di certo non è cambiata la passione del gruppo, che tra riff di chitarra, canti da pub, accenni reggae e persino qualche ballata folk propone una musica forte ma orecchiabile che ci accompagna in modo gradevole fino alla fine del disco. Tra i pezzi migliori  segnalo I just care about me , guilty  as sin, Liar's Club, When we were young.
Non conciliati.

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