martedì 19 novembre 2013

Recensioni: Diane Birch - Speak a Little Louder


Diane si era segnalata quattro anni fa con un interessante e piacevole lavoro, che riprendeva la musica west coast degli anni 70 sporcandola leggermente di accenni soul e Rithm&Blues, intitolato The Bible Belt, con la quale si era fatta conoscere ed apprezzare dalla critica e dal pubblico più attento.
Ora torna con questo nuovo Cd, che riconferma e, se possibile, rafforza le impressioni positive del primo album. A differenza di molte altre sue colleghe della scena “indie” o “alternative” Diane non indulge arrogantemente in atteggiamenti musicalmente elitari, ma lavora sulla materia della musica pop senza inutili e falsi snobismi, riuscendo a coniugare qualità e raffinatezza della composizione con una vena pop che rende estremamente gradevoli materiali sonori che sarebbero altrimenti ostici.
Così nel disco troviamo brani come Lighthouse, dalle cadenze sofficemente electro-pop, non troppo dissimili dagli ultimi lavori di Ellie Goulding o Katy Perry,  o All The Love You got un brano  splendidamente pop, si accompagnano a pezzi come Superstars o Play It On, basati sul pianoforte e sull’ottima vocalità di Diane, mentre brani comi Pretty in pain , Diamonds in the Dust e Hold on a little Longer si riallacciano alle sonorità del primo disco, ma c’è spazio per pezzi come Love and War e la splendida Frozen Over che trasudano di Soul e RnB da tutti i pori.
Ci troviamo quindi di fronte ad un disco di assoluto livello, variegato e piacevole, un disco che non riesco a smettere di ascoltare, nonostante altri ottimi dischi da me comprati, e ritengo il miglior disco dell’anno fino ad oggi, Straconsigliato.

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