lunedì 8 ottobre 2018

Halestorm: Vicious-recensione

Vicious è il quarto disco del gruppo rock/metal americano degli Halestorm- La band, capitanata dalla sensuale Lizzy Hale, dimostra ancora una volta di saper padroneggiare la materia rock come pochi gruppi attuali (forse i soli Foo Fighters) sanno fare.
Il disco si apre con Black Vultures, dalle reminiscenze Grunge, che forse è proprio il pezzo che richiama maggiormente la musica dei Foo. Il brano appare convincente come apripista di un disco dalle cadenze più rock rispetto al precedente, ma che si differenzia anche da "The Strange Case" nella ricerca di sonorità rock ma con ritmi più pacati rispettto al secondo disco. In questo senso, a mio avviso il disco richiama in certi momenti l'esordio del gruppo, seppure qui le canzoni abbiano un taglio più rock, più dure, mentre nel primo disco si trattava soprattutto di ballate. Skulls, il secondo brano sintetizza un poco quanto appena detto, un mix di momenti "da ballad" e momenti più duri, più hard. "Uncomfortable" è un brano decisamente più veloce che soddisfa completamente, mentra Buzz, si apre con sonorità leggermente più calme, ma che esplodono in un potente Hook, che anche qui ricorda un po' le aperture melodiche/hard del primo disco. A seguire arriva Do not disturb, un brano dal testo e dalle atmosfere sensuali in cui Lizzy racconta un triangolo amoroso consumato in un hotel. Testo piccante che ben si coniuga con una musica che ne sottolinea l'ambiguità e la sensualità, sicuramente uno dei brani migliori del disco.
Conflicted è un brano altrettanto sensuale, ma che lavora più di sottrazione, con un riff costruito soprattutto sul basso mentre la chitarra è tenuta (almeno inizialmente) in disparte, per poi prendere il sopravvento lentamente. Killing Ourselved to death è, come si capisce fin dal titolo, un rockettone di quelli che lasciano il segno, un vero e proprio anthem per tutti i fan della band (e non solo) che si può facilmente prevedere diventerà un cavallo di battaglia dei live show della band.
Anche qui però la band dimostra di essere cresciuta tantissimo, permettendosi un bridge quasi totalmente differente dal resto del brano per poi ributtarsi, grazie alla chitarra di Joseph Hottinger (ottimo chitarrista ) nel caos gaudente del brano.
Heart of Novocaine  è una ballata che arriva nel momento giusto per placare gli animi, ma di certo non le emozioni, che continuano grazie alla interpretazione sentita ed emozionale di Lizzy.
Painkiller e White Dress sono altri brani che proseguono il discorso del disco, con il secondo che si fa preferire. Vicious è il brano che dà il titolo al Cd, e devo dire che è forse l'unica delusione del disco, nel senso che non si distingue particolarmente dagli altri brani, Viceversa The Silence è una bellissima ballata acustica, che fa un poco rimpiangere che ce ne siano così poche nel disco.
In conclusione un altro ottimo disco della band americana, che come al solito non delude.
E adesso tutti ad attendere il concerto del 22 ottobre a Milano...



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