venerdì 21 ottobre 2016

SUM41- 13 voices- recensione


Ed ecco il nuovo disco della band canadese capitanata da Derrick Whibley. Un tempo i SUM41 non mi piacevano troppo , li trovavo troppo ripetitivi e cantilenanti. Pur non avendo perso del  tutto queste caratteristiche, mi sento di poter dire che da Scream Bloody Murder (ottimo disco) in poi mi hanno piacevolmente sorpreso. Il disco non si discosta di molto dalla impostazione del precedente, proponendo uno stile musicale che viene definito pop-punk, ma che in realtà, pur avendo in comune con tale stile la velocità e la orecchiabilità. Se ne discosta abbastanza chiaramente per un livello di perizia tecnica decisamente più alta rispetto a gruppo come Blink182 ed affini, ed in alcuni pezzi le influenze metal sono abbastanza evidenti. Per entrare più nel dettaglio del disco mi pezzi che trovo più riusciti sono la veloce Goodamn I’m dead again, la più pacata Breakin the chain, la title track13 voices, che si caratterizza per un inizio lento e possente e poi si trasforma in un girone dell’inferno dantesco ed infine Twitted by design, che conclude degnamente il cd, con il suo alternarsi di momenti  calmi con altri lirici e possenti al tempo.  Se devo ravvisare un unico difetto di questo lavoro  è quello di durare troppo poco; 10 pezzi per meno di 38 minuti sono abbastanza una miseria nell’epoca dei CD che contengono 80 minuti. Però, come dice il detto: il vino buono sta nella botte piccola, ed il vino dei Sum41 è indubbiamente di ottima qualità


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