lunedì 3 agosto 2015

Perché comprare i Cd è cosa buona e giusta

Questo manifesto, trovato sulla bacheca di Jello Biafra (ex cantante del gruppo punk dei Dead Kennedys, attore, produttore ed attivista) è assolutamente condivisibile.
Credo che la moda (tale è, e tale va definita) di scaricare illegalmente, abbia rovinato la musica.
Il perché è molto semplice:la musica è un prodotto, costa tempo e soldi imparare a suonare strumenti, o a cantare, chi lo fa compie un investimento. registrare costa soldi e tempo, gli artisti fanno una professione e il loro impegno e la loro professionalità va remunerata. Punto. Paghiamo il caffè, la cioccolata, la coca-cola. la birra, le scarpe i vestiti, i telefonini (che non sono nemmeno indispensabili) Abbiamo i soldi per comprare l'iphone o l'Ipod ma non quelli per comprare le canzoni che ci ascoltiamo con l'Iphone o l'Ipod? ma siamo seri!!
Questa moda di scaricare (perché in Internet si condivide tutto, perché internet si basa sulle informazioni e pretendere un pagamento sarebbe una limitazione delle informazioni e quindi dei diritti, come se scaricare  l'ultimo singolo di Britney Spears fosse un diritto...) ha voluto dire una cosa sola: il peggioramento della musica, per il semplice motivo che le grandi case discografiche, vedendo i loro margini di profitto in pericolo, hanno puntato sui nomi e gli stili più sicuri, quindi sulle cose più "commerciali" e banali, mentre le piccole case discografiche non hanno avuto le risorse per investire e sviluppare i talenti giovani. Da questo è quindi dipeso un peggioramento nella quantità e nella qualità delle proposte, che ha investito tutti i settori. Anche nella musica mainstream abbiamo avuto un netto peggioramento basti pensare a quali erano le canzoni di successo fino al 2008 circa e quali sono le attuali.  Le case discografiche sono corse ai ripari, hanno promosso leggi restrittive sul download (giustamente) senza ritoccare però la folle politica dei prezzi che ha spianato la strada al download illegale, e hanno creato le piattaforme streaming come spotify. Queste piattaforme servono ad incrementare i guadagni delle case discografiche, allontanando molte persone dal download illegale, maggiormente contrastato e ormai, forse, passato di moda. Però non servono molto agli artisti, che guadagnano pochissimo da queste piattaforme (e personalmente penso che ben abbia fatto Taylor Swift, che ha avuto successo alla faccia di Spotify) e poco servono alla musica poichè non educano il pubblico ad un ascolto attento e informato, ma si basano più sul consumare a spizzichi e e bocconi dettagli di musica, ascoltata in low quality e distrattamente.
Io continuo a pensare che il modo migliore di ascoltare musica sia comprare i  cd  (o gli LP, se siete appassionati di tale formato che va indubbiamente rispettato e non messo da parte). Leggere i testi, chi ha scritto o arrangiato o prodotto il pezzo, chi suona nel disco etc. E poi a me piace sentire l'odore della carta, avere fra le mani il pezzo, vedere le foto dei booklet e leggere le note, tutto questo ti avvicina alla musica, capisci come è stato realizzato il disco, insomma vivi la musica, non la consumi soltanto. E la fai vivere a tua volta.

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