lunedì 11 dicembre 2017

Katy Perry - Witness


Quando ho sentito per la prima volta Witness, l'ultimo disco di Katy Perry, mi sono detto "mi spiace Katy, ma questa volta non te lo compro" . Mi era parso un disco molto ben prodotto, ma troppo lontano dai miei concetti musicali e dagli esordi della cantautrice californiana. Poi, l'ascolto di alcuni brani eseguiti live ed in acustico, ed un secondo ascolto meno superficiale, mi hanno convinto a dargli una chance. D'altro canto il primo ascolto era avvenuto alle 6 del mattino sulle preview di iTunes, insomma non un ascolto molto affidabile. Dopo ripetuti ascolti devo ammettere che mi ero sbagliato, e di grosso. Il disco è certamente molto lontano da One of the boys o dall'Mtv Unplugged, ma anche da Prism e persino da Teenage Dream, ma non per questo è disprezzabile. D'altro canto anche l'ultimo dei Paramore ha poco a che vedere con gli esordi della band statunitense, ma è un signor disco.  Per toranre a Witness, è un disco assolutamente interessante, e che mostra un'artista alla continua ricerca di nuovi stimoli e nuove sonorità, da questo punto di vista risulta il disco più sperimentale della cantante californiana. Come già detto il lavoro di produzione è enorme, ogni canzone è studiata nei minimi particolari, ed il risultato è sicuramente un disco di altissimo livello. Il sound è indirizzato verso la dance/pop, ma mantiene uno standard elevato di qualità esplorando varie sonorità e ritmi. Anche i testi sono da leggere con attenzione. Per venire alle canzoni il disco si apre bene con Witness, e mantiene un profilo alto per quasi tutta la sua durata. Le mie preferite sono Witness, Roulette, il singolo Chained to the rhythm, una delle poche canzoni con un duetto che abbia un senso, Bon Appetit ma soprattutto le (poche ballate) Miss you More, Into me you see e la bellissima Save as Draft. Va segnalata anche Mind Maze, una canzone che come il disco è facile sottovalutare ma risulta poi molto interessante. Tutto perfetto quindi? direi di no, 15 canzoni sono tante ed è difficile mantenere sempre lo stesso livello, e qualche caduta di tono è inevitabile. A mio modo di vedere la caduta di tono più evidente è proprio Swish Swish, canzone scelta come terzo singolo, e che è stata propagandata come una "diss song" nei confonti di Taylor Swift. Ora, le polemiche in musica ci sono sempre state, basti pensare alla celeberrima "l'avvelenata" di Francesco Guccini, dedicata quasi per intero ad un critico che aveva irritato il cantautore bolognese. e tutto sommato fanno parte del gioco. Personalmente quello che non mi piace della canzone più che questo è proprio la canzone in sé, molto banale e poi "impreziosita" da un duetto con Nicky Minaji, che quando si tratta di queste cose non si tira mai indietro, ma che non migliore le cose. Ritengo anche sbagliato averlo scelto come singolo, anche se il video è divertente (ma questo, si sa, è un'altro discorso). A parte questo e forse un altro paio di pezzi, il disco risulta un passaggio di maturazione e sperimentazione molto interessante, e l'ennesimo indizio che, probabilmente, la popstar più trasformista ed innovativa, sia proprio Katy Perry.
voto 85/100

Nessun commento: